Preferivo fare la fila

i miei conti in pubblico con la vita, la morte, il destino, la malattia
autore Roberta Migliarini
prezzo euro 10
ISBN 978-88-906775-8-8
pp. 64

 

Roberta Migliarini nasce a Roma nel 1965, nella normalità di una famiglia borghese: un’infanzia felice, un fratello complice, i giochi senza tempo della casa in campagna. Poi, come capita a tutti, i riti di passaggio dell’età: le scoperte e gli strappi dell’adolescenza. A 20 anni, sotto l’abbaglio di una vita splendente, un matrimonio d’impulso con un uomo di 15 anni più grande; e la progressiva presa di coscienza, la percezione della fatuità, l’orgoglio di andarsene. Riprende gli studi e comincia a lavorare; si laurea in sociologia della comunicazione e collabora alla didattica nella sua Università. Nel frattempo, l’incontro con Paolo, ex compagno di scuola: una lunga convivenza, una figlia, il secondo matrimonio. Famiglia, lavoro, impegno, interessi, viaggi, sport. Una vita, insomma. A tradimento, a 49 anni, il suo numero viene estratto. La malattia – lo si capirà dopo – comincia da una neoplasia ovarica: la risposta immunitaria aggredisce il tumore ma non si ferma; sale verso l’alto, raggiunge il cervelletto e lo compromette. Nel giro di poche settimane l’attività motoria si spegne e la vita viene rivoltata come un calzino. Il corpo, da strumento si fa fardello.

Un inventario delle possibilità negate spinto sino all’estremo limite della lucidità; un auto-esame spietato delle proprie umanissime fluttuazioni; un dire la verità che inchioda e strappa ogni maschera. Una voce dal buio della malattia che, mentre raggela, ha il misterioso potere di riscaldare. Un’esperienza del nulla, che nega il nulla attraverso la scrittura.